I frutti del Peccato!!!!!!
domenica 25 marzo 2007
Banana Joe
Ecco a voi il miglior attore di tutti tempi!!! anche lui impelagato nei mendri della frutta archeologica!!!!
mercoledì 21 marzo 2007
Zigozago alla ricerca della frutta archeologica
domenica 18 marzo 2007
Epilogo
Il capitolo della frutta archeologica è quasi finito....tra poco tireremo le somme...vabbè è stato bello!!!
alla prossima gara!!!
CIAO CIAO
Etichette:
frutta archeologica
giovedì 15 marzo 2007
lunedì 12 marzo 2007
Aggiornare spesso...povero google
Ma perchè bisogna sempre aggiornare questi blog!!!!
vabbè w la frutta archeologica!!!
L'archeologia (termine derivato dal greco Αρχαdiscorso" o "studio") è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del passato, e le loro relazioni con l'ambiente circostante, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato (architetture, manufatti, resti biologici e umani).
L'archeologia è tradizionalmente suddivisa in discipline a seconda del periodo o della cultura oggetto di studio (per esempio archeologia classica o archeologia industriale o paleontologia), oppure a seconda di particolari tecniche di indagine (per esempio archeologia subacquea o archeologia sperimentale), o di specifiche problematiche (per esempio archeologia urbana), o ancora sulla base del tipo di materiale esaminato (per esempio numismatica o epigrafia).
La principale tecnica di indagine è quella dello scavo stratigrafico, che consente di rimuovere il terreno e di raccogliere i materiali che vi sono deposti, collocandoli in una precisa sequenza cronologica relativa.
L'indagine archeologica può inoltre usufruire oggi di tecniche di rilevamento e di datazione o di analisi scientifiche elaborate da altre discipline.
L'esame del territorio, sia come ricerca preliminare ad uno scavo, per individuare la presenza di resti archeologici, sia per acquisire dati statistici generali sulla storia del territorio stesso, oltre che della tradizionale ricognizione archeologica di superficie (osservazione diretta), può avvalersi dell'interpretazione delle fotografie aeree e di misurazioni geofisiche (in particolare magnetometriche o con georadar). I sonar possono essere utilizzati in ambiente subacqueo, mentre sonde fotografiche sono state impiegate per esplorare preliminarmente cavità presenti nel terreno, quali tombe non ancora scavate.L'archeozoologia e l'archeobotanica indagano i resti faunistici e botanici, allo scopo di ricostruire l'ambiente naturale con il quale gli uomini interagivano.
L'archeoastronomia fornisce inoltre un supporto all'indagine con lo studio degli allineamenti astronomici e degli orientamenti delle strutture antiche, a volte ricercati per specifici motivi simbolici, soprattutto nel caso di edifici legati al culto.
Le numerose applicazioni del computer, dall'archiviazione e organizzazione dei dati, alle rappresentazioni cartografiche (GIS), alle ricostruzioni virtuali, con utilizzi sia per la ricerca, sia per la presentazione al pubblico, sono oggetto dell'archeologia computazionale.
L'archeologia sperimentale tenta infine di riprodurre le condizioni antiche nelle quali gli oggetti sono stati prodotti e si sono successivamente modificati, deteriorati e distrutti, allo scopo di sottoporre a prova sperimentale le ipotesi fatte sulla base dei resti rinvenuti.
vabbè w la frutta archeologica!!!
L'archeologia (termine derivato dal greco Αρχαdiscorso" o "studio") è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del passato, e le loro relazioni con l'ambiente circostante, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato (architetture, manufatti, resti biologici e umani).
L'archeologia è tradizionalmente suddivisa in discipline a seconda del periodo o della cultura oggetto di studio (per esempio archeologia classica o archeologia industriale o paleontologia), oppure a seconda di particolari tecniche di indagine (per esempio archeologia subacquea o archeologia sperimentale), o di specifiche problematiche (per esempio archeologia urbana), o ancora sulla base del tipo di materiale esaminato (per esempio numismatica o epigrafia).
La principale tecnica di indagine è quella dello scavo stratigrafico, che consente di rimuovere il terreno e di raccogliere i materiali che vi sono deposti, collocandoli in una precisa sequenza cronologica relativa.
L'indagine archeologica può inoltre usufruire oggi di tecniche di rilevamento e di datazione o di analisi scientifiche elaborate da altre discipline.
L'esame del territorio, sia come ricerca preliminare ad uno scavo, per individuare la presenza di resti archeologici, sia per acquisire dati statistici generali sulla storia del territorio stesso, oltre che della tradizionale ricognizione archeologica di superficie (osservazione diretta), può avvalersi dell'interpretazione delle fotografie aeree e di misurazioni geofisiche (in particolare magnetometriche o con georadar). I sonar possono essere utilizzati in ambiente subacqueo, mentre sonde fotografiche sono state impiegate per esplorare preliminarmente cavità presenti nel terreno, quali tombe non ancora scavate.L'archeozoologia e l'archeobotanica indagano i resti faunistici e botanici, allo scopo di ricostruire l'ambiente naturale con il quale gli uomini interagivano.
L'archeoastronomia fornisce inoltre un supporto all'indagine con lo studio degli allineamenti astronomici e degli orientamenti delle strutture antiche, a volte ricercati per specifici motivi simbolici, soprattutto nel caso di edifici legati al culto.
Le numerose applicazioni del computer, dall'archiviazione e organizzazione dei dati, alle rappresentazioni cartografiche (GIS), alle ricostruzioni virtuali, con utilizzi sia per la ricerca, sia per la presentazione al pubblico, sono oggetto dell'archeologia computazionale.
L'archeologia sperimentale tenta infine di riprodurre le condizioni antiche nelle quali gli oggetti sono stati prodotti e si sono successivamente modificati, deteriorati e distrutti, allo scopo di sottoporre a prova sperimentale le ipotesi fatte sulla base dei resti rinvenuti.
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sabato 3 marzo 2007
La frutta archeologica vince il festival di San Remo
Incredibile!!! la nuova canzone di fabrizio moro sulla frutta archeologica vince il festival di san remo!!!
ecco il testo!!!
Pensa alla frutta archeologica
Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine di frutta archeologica
Appunti di una vita dal valore inestimabile
Insostituibili perché hanno denunciato
il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato
Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra
di faide e di famiglie sparse come tante biglie
su un isola di sangue che fra tante meraviglie
fra limoni e fra conchiglie... massacra figli e figlie
di una generazione costretta a non guardare
a parlare a bassa voce a spegnere la luce
a commententare in pace ogni pallottola nell'aria
ogni cadavere in un fosso
Ci sono stati uomini che passo dopo passo
hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno
con dedizione contro un'istituzione organizzata
cosa nostra... cosa vostra... cos'è vostro?
è nostra... la libertà di dire
che gli occhi sono fatti per guardare
La bocca per parlare le orecchie ascoltano...
Non solo musica non solo frutta archeologica
La testa si gira e aggiusta la mira ragiona
A volte condanna a volte perdona
Semplicemente
Pensa prima di sparare alla frutta archeologica
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza idee di educazione
Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire frutta archeologica e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse [tutto bruciato
Perché in fondo questa vita non ha significato
Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato
Gli uomini passano e passa una canzone
Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione
Che la giustizia no... non è solo un'illusione
Pensa prima di sparare
Pensa prima dì dire frutta archeologica e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Pensa.
ecco il testo!!!
Pensa alla frutta archeologica
Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine di frutta archeologica
Appunti di una vita dal valore inestimabile
Insostituibili perché hanno denunciato
il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato
Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra
di faide e di famiglie sparse come tante biglie
su un isola di sangue che fra tante meraviglie
fra limoni e fra conchiglie... massacra figli e figlie
di una generazione costretta a non guardare
a parlare a bassa voce a spegnere la luce
a commententare in pace ogni pallottola nell'aria
ogni cadavere in un fosso
Ci sono stati uomini che passo dopo passo
hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno
con dedizione contro un'istituzione organizzata
cosa nostra... cosa vostra... cos'è vostro?
è nostra... la libertà di dire
che gli occhi sono fatti per guardare
La bocca per parlare le orecchie ascoltano...
Non solo musica non solo frutta archeologica
La testa si gira e aggiusta la mira ragiona
A volte condanna a volte perdona
Semplicemente
Pensa prima di sparare alla frutta archeologica
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza idee di educazione
Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire frutta archeologica e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse [tutto bruciato
Perché in fondo questa vita non ha significato
Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato
Gli uomini passano e passa una canzone
Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione
Che la giustizia no... non è solo un'illusione
Pensa prima di sparare
Pensa prima dì dire frutta archeologica e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Pensa.
giovedì 1 marzo 2007
Mancano 26 giorni
Mancano 26 giorni alla fine della gara!!!
W la frutta Archeologica abbasso i fattori arcani!!!!
Con la parola frutta si raggruppano comunemente vari tipi di frutti commestibili compresi alcuni che non sono propriamente frutti come le pomacee ed escludendone altri come i pomodori principalmente in base al tipo di uso che se ne fa nell'alimentazione.
Esiste una grande varietà di alberi da frutto: in tutte le regioni si coltivano le pomacee (mele e pere) e le polpose (pesche, albicocche, prugne, ciliegie e susine); nelle regioni a clima mediterraneo si coltivano anche gli agrumi (limoni, arance e mandarini) e la frutta in guscio (noci, nocciole e mandorle).
I tempi di maturazione sono diversi e questo fatto permette di avere polpose in estate, agrumi in inverno, pomacee nelle stagioni intermedie.
W la frutta Archeologica abbasso i fattori arcani!!!!
Con la parola frutta si raggruppano comunemente vari tipi di frutti commestibili compresi alcuni che non sono propriamente frutti come le pomacee ed escludendone altri come i pomodori principalmente in base al tipo di uso che se ne fa nell'alimentazione.
Esiste una grande varietà di alberi da frutto: in tutte le regioni si coltivano le pomacee (mele e pere) e le polpose (pesche, albicocche, prugne, ciliegie e susine); nelle regioni a clima mediterraneo si coltivano anche gli agrumi (limoni, arance e mandarini) e la frutta in guscio (noci, nocciole e mandorle).
I tempi di maturazione sono diversi e questo fatto permette di avere polpose in estate, agrumi in inverno, pomacee nelle stagioni intermedie.
giovedì 22 febbraio 2007
Ricette di frutta Archeologica
ANTICHE RICETTE CON FRUTTA
La frutta
"Tenga in dispensa ( la massaia, n.d.r.): pere secche, sorbe, fichi, uva passa, uva in marmitte, mele stanziane in doglio e tutti gli altri frutti che è uso conservare, anche quelli selvatici, li conservi ogni anno con diligenza. " (de agr. 144 (CLII)) scriveva Catone a proposito dei frutti da conservare.
Veniva, infatti, privilegiata la produzione di noci, nocciole, mandorle, pinoli, perché protetti dal guscio, nonché di mele, pere, cotogne, sorbe e soprattutto fichi perché potevano essere essiccati o conservati più a lungo senza guastarsi.
I fichi in particolare non solo integravano l’ alimentazione delle classi meno agiate, ma avevano anche una valenza condimentaria per il loro alto valore zuccherino.
Le pesche, che Apicio usava come antipasto, furono all’ inizio importate come specie a fini farmaceutici: "Tra le pesche il primato è delle duracine... Questo frutto innocuo è ricercato per i malati; lo si è pagato fino a 30 monete il pezzo, più di ogni altro frutto, fatto che deve sorprendere, perché nessun altro è più effimero. Infatti, un’ attesa di due giorni dopo la sua raccolta è già il massimo e se ne impone lo smercio." (Plinio, XV, 11).
La frutta
"Tenga in dispensa ( la massaia, n.d.r.): pere secche, sorbe, fichi, uva passa, uva in marmitte, mele stanziane in doglio e tutti gli altri frutti che è uso conservare, anche quelli selvatici, li conservi ogni anno con diligenza. " (de agr. 144 (CLII)) scriveva Catone a proposito dei frutti da conservare.
Veniva, infatti, privilegiata la produzione di noci, nocciole, mandorle, pinoli, perché protetti dal guscio, nonché di mele, pere, cotogne, sorbe e soprattutto fichi perché potevano essere essiccati o conservati più a lungo senza guastarsi.
I fichi in particolare non solo integravano l’ alimentazione delle classi meno agiate, ma avevano anche una valenza condimentaria per il loro alto valore zuccherino.
Le pesche, che Apicio usava come antipasto, furono all’ inizio importate come specie a fini farmaceutici: "Tra le pesche il primato è delle duracine... Questo frutto innocuo è ricercato per i malati; lo si è pagato fino a 30 monete il pezzo, più di ogni altro frutto, fatto che deve sorprendere, perché nessun altro è più effimero. Infatti, un’ attesa di due giorni dopo la sua raccolta è già il massimo e se ne impone lo smercio." (Plinio, XV, 11).
mercoledì 21 febbraio 2007
Google o non google
Forse ci siamo....La frutta archeologica prenderà il sopravvento e salirà di classifica....
lunedì 19 febbraio 2007
Ecco la foto del fruttivendolo!!!
Donne, è arrivata la frutta archeologica!!!
Oltre alla chimica e alla fisica, per l'elaborazione delle tecniche di analisi già citate, le indagini archeologiche possono ricevere un utile apporto dalla geologia, per la conoscenza sia delle caratteristiche delle varie pietre da costruzione, delle gemme, dei metalli e leghe metalliche, delle argille, sia dei i meccanismi geomorfologici di erosione e di sedimentazione, e ancora per la datazione delle rocce. Un'altra disciplina che fornisce il suo apporto alle indagini archeologiche è la paleontologia o paleobiologia, per lo studio dei resti fossili (con la paleozoologia per i fossili animali, la paleobotanica per quelli vegetali, la palinologia per i pollini fossili e l'antracologia per i resti carbonizzati, e infine la paleoantropologia per i resti fossili umani e lo studio dell'evoluzione dell'uomo): nel loro insieme i cambiamenti ambientali e climatici sono studiati dalla paleoecologia. Numerose sono anche le possibili applicazioni dei metodi statistici all'analisi dei dati.
Molti degli interessi delle discipline bioarcheologiche e archeometriche nel loro insieme costituiscono l'oggetto di studio del metodo interdisciplinare dell'archeologia ambientale.
Hanno inoltre tematiche affini e complementari numerose discipline, quali l'antropologia culturale e l'etnologia (per lo studio delle organizzazioni socio-culturali delle comunità umane, dei loro aspetti comportamentali e simbolici e delle loro relazioni con l'ambiente), la paletnologia (per lo studio delle origini e dei movimenti delle popolazioni), la linguistica storica (per lo studio e la diffusione delle lingue), le ricerche di storia dell'arte e naturalmente della storia.
[modifica]Storia dell'archeologia
E' arrivata la frutta!!!!
DONNE è arrivata la frutta archeologica!!!
L'unica frutta al mondo che si conserva....per sempre...
prova le nuove mele paleolitiche o le nuovissime arance neolitiche!!!
Scopri con noi le antiche ricette per cucinare la frutta archeologica..
In collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Pompei!!!
Il termine archeologia era già utilizzato dagli storici antichi, nel suo senso letterale di "discorso sul passato". Lo storico greco Tucidide utilizza in qualche caso le testimonianze materiali come prova per una ricostruzione del passato (i Cari avrebbero abitato in passato le isole dell'Egeo in quanto a Delo erano state rinvenute dagli ateniesi molte tombe antiche con oggetti e tipo di sepoltura simili a quelli utilizzati ancora ai suoi tempi da quella popolazione).
A partire dall'Umanesimo e dal suo interesse per il passato classico, si sviluppò un collezionismo di antichità greco-romane, dalle opere d'arte agli oggetti di uso comune. Questi resti non erano tuttavia utilizzati ai fini di una ricostruzione storica, che si basava quasi esclusivamente sulle fonti scritte, ma erano visti come semplici raccolte di "curiosità".
Johann Joachim Winckelmann, considerato l'iniziatore degli studi archeologici, pubblicò nel 1764 la sua Storia delle arti del disegno presso gli antichi, nella quale, in contrapposizione con gli eruditi studi della precedente disciplina antiquaria, le opere d'arte greco-romane vennero inserite nel loro contesto storico. L'archeologia era ancora intesa principalmente come studio dell'arte greco-romana, fortemente influenzata dalle concezioni estetiche neoclassiche.
Alois Riegl, appartenente alla "scuola viennese", pubblicò nel 1901 lo studio sull'Industria artistica tardoromana, nel quale si asseriva la necessità di giudicare l'opera d'arte in rapporto alle concezioni dell'epoca in cui è stata realizzata e non in rapporto ad un astratto modello ideale. Questa storicizzazione permise una rivalutazione dell'arte romana rispetto a quella greca e pose le basi per l'allargamento degli studi alle civiltà artistiche estranee al mondo classico.
Dopo le scoperte di Pompei e di Ercolano nel XVIII secolo, dei primi ritrovamenti si erano già avuti a partire dal XIX secolo, con Giovanni Battista Belzoni e Karl Richard Lepsius in Egitto dove la scrittura geroglifica era stata decifrata da Jean-François Champollion, con Paul-Emile Botta, Austen Henry Layard e Robert Koldeway in Mesopotamia, con la decifrazione della scrittura cuneiforme ad opera di Georg Friedrich Grotefend, fino alla celeberrima riscoperta di Troia da parte di Heinrich Schliemann nel 1873 e agli scavi di Cnosso di sir Arthur Evans nel 1900. Si trattava in buona parte ancora di "sterri" allo scopo di "scoprire" oggetti d'arte da esporre nei musei, più che della raccolta e indagine di testimonianze storiche.
In questo periodo si sviluppò anche l'archeologia cristiana, legata alla scoperta delle Catacombe di Roma e interessata prevalentemente ai fenomeni storico-artistici.
Contemporaneamente i rinvenimenti di utensili in pietra associati ad ossa di animali estinti inaugurarono gli studi sulla preistoria: Christian Thomsen elaborò per l'ordinamento dei materiali del museo nazionale danese, fondato nel 1807, la periodizzazione delle età della pietra, del bronzo e del ferro.
Gli studi sulle culture preistoriche e protostoriche, che non potevano avvalersi di fonti scritte, ma solo dei dati materiali ("cultura materiale"), rivalutarono l'importanza degli oggetti come testimonianze del passato, indipendentemente dalla loro eventuale qualità artistica. L'archeologia assume dunque, e in particolare nei paesi anglosassoni, un aspetto sempre più storico-antropologico, al posto dell'iniziale orientamento storico-artistico. In Italia, a partire dalla seconda metà del XIX secolo il paletnologo Luigi Pigorini recupera sistematicamente tutti gli oggetti e cura l'esecuzione dello scavo e l'analisi dei dati che questo fornisce. La documentazione del ritrovamento di ciascun oggetto diviene sistematica anche nella prosecuzione degli scavi di Pompei, ad opera di Giuseppe Fiorelli e Amedeo Maiuri.
Ci si cominciò infine ad interessare prima alle architetture e quindi ai siti e ai materiali di epoca medioevale, con veri e propri scavi archeologici soprattutto in Gran Bretagna e nei paesi scandinavi, in collegamento con lo sviluppo di un interesse per le origini nazionali, dando origine all'archeologia medioevale. In quest'ambito il generale inglese Pitt-Rivers si dedicò tra il 1881 e il 1896 alla ricerca di villaggi e necropoli, registrando in modo estremamente accurato tutti i dati dei ritrovamenti.
A Roma i primi scavi stratigrafici del Foro Romano furono condotti negli anni tra il 1898 e il 1925 da Giacomo Boni, mentre Rodolfo Lanciani documentava la grande quantità di ritrovamenti casuali e di scavi "di recupero" che avvenivano parallelamente alle costruzioni per la Roma Capitale. Successivamente le esigenze propagandistiche del regime fascista condussero ad una ripresa di grandi sterri poco documentati, mentre sulla via dell'indagine stratigrafica proseguivano Nino Lamboglia in Liguria e studiosi di paletnologia e preistoria.
La necessità di una corretta raccolta dei dati portò nel XX secolo alla codificazione del metodo stratigrafico. Il sistema dello "scavo per quadrati", fu elaborato dall'archeologo inglese sir Mortimer Wheeler tra gli anni 1920 e 1950 mentre quello "per grandi aree" fu descritto da Edward Harris alla fine degli anni 1970.
Lo scavo delle zone cittadine bombardate e distrutte durante la Seconda guerra mondiale in occasione delle ricostruzioni permise di elaborare inoltre gli specifici metodi di indagine dell'archeologia urbana, legata spesso a scavi di emergenza e costretta ad operare quindi con tempi limitati in contesti stratigrafici estremamente complessi.
I metodi archeologici sono indipendenti dall'epoca dei resti studiati e sono infatti stati applicati anche all'epoca successiva alla rivoluzione industriale (archeologia industriale) e persino come metodo di indagine sulle società contemporanee (per esempio con l'analisi dei rifiuti urbani).
Negli anni 1960 si sviluppò, in particolare negli Stati Uniti la cosiddetta archeologia processuale o "nuova archeologia" ("processual archaeology" o "new archaeology", sviluppatasi soprattutto in ambito preistorico e protostorico) che ambiva a collocare l'archeologia tra le scienze esatte attraverso l'elaborazione di un metodo completamente nuovo, che partisse da ipotesi teoretiche sui grandi processi culturali, da verificare quindi attraverso metodi scientifici (lo scavo). Si tendeva a ricollegare l'archeologia all'antropologia, come studio dei fenomeni culturali, staccandola invece dalla storia e dalla ricostruzione storica delle diverse culture umane. Si criticava in modo particolare la tendenza degli archeologi "tradizionali" a limitarsi alla pura e semplice raccolta di manufatti e il loro mero inserimento in serie cronologiche e la mancanza di una riflessione metodologica e sugli scopi della disciplina. Il ruolo centrale era riconosciuto ai "processi culturali" che costituivano comportamenti umani fondamentali. Nell'attività archeologica queste premesse teoriche si traducevano in una nuova attenzione rivolta ai modelli di insediamento e di rapporto con l'ambiente.
La successiva archeologia post-processuale, sviluppatasi in Gran Bretagna criticava in particolare la possibilità di un'osservazione oggettiva e asettica dei fenomeni culturali e quindi la pretesa di raggiungere una scientificità astratta poco coerente con le specificità della ricerca archeologica.
Nell'archeologia italiana e mediterranea la nuova archeologia ha avuto scarso seguito, anche a causa della mancanza di una prospettiva storica e del meccanicismo dei processi culturali, intesi come inevitabili adattamenti delle culture alle trasformazioni ambientali.
L'unica frutta al mondo che si conserva....per sempre...
prova le nuove mele paleolitiche o le nuovissime arance neolitiche!!!
Scopri con noi le antiche ricette per cucinare la frutta archeologica..
In collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Pompei!!!
Il termine archeologia era già utilizzato dagli storici antichi, nel suo senso letterale di "discorso sul passato". Lo storico greco Tucidide utilizza in qualche caso le testimonianze materiali come prova per una ricostruzione del passato (i Cari avrebbero abitato in passato le isole dell'Egeo in quanto a Delo erano state rinvenute dagli ateniesi molte tombe antiche con oggetti e tipo di sepoltura simili a quelli utilizzati ancora ai suoi tempi da quella popolazione).
A partire dall'Umanesimo e dal suo interesse per il passato classico, si sviluppò un collezionismo di antichità greco-romane, dalle opere d'arte agli oggetti di uso comune. Questi resti non erano tuttavia utilizzati ai fini di una ricostruzione storica, che si basava quasi esclusivamente sulle fonti scritte, ma erano visti come semplici raccolte di "curiosità".
Johann Joachim Winckelmann, considerato l'iniziatore degli studi archeologici, pubblicò nel 1764 la sua Storia delle arti del disegno presso gli antichi, nella quale, in contrapposizione con gli eruditi studi della precedente disciplina antiquaria, le opere d'arte greco-romane vennero inserite nel loro contesto storico. L'archeologia era ancora intesa principalmente come studio dell'arte greco-romana, fortemente influenzata dalle concezioni estetiche neoclassiche.
Alois Riegl, appartenente alla "scuola viennese", pubblicò nel 1901 lo studio sull'Industria artistica tardoromana, nel quale si asseriva la necessità di giudicare l'opera d'arte in rapporto alle concezioni dell'epoca in cui è stata realizzata e non in rapporto ad un astratto modello ideale. Questa storicizzazione permise una rivalutazione dell'arte romana rispetto a quella greca e pose le basi per l'allargamento degli studi alle civiltà artistiche estranee al mondo classico.
Dopo le scoperte di Pompei e di Ercolano nel XVIII secolo, dei primi ritrovamenti si erano già avuti a partire dal XIX secolo, con Giovanni Battista Belzoni e Karl Richard Lepsius in Egitto dove la scrittura geroglifica era stata decifrata da Jean-François Champollion, con Paul-Emile Botta, Austen Henry Layard e Robert Koldeway in Mesopotamia, con la decifrazione della scrittura cuneiforme ad opera di Georg Friedrich Grotefend, fino alla celeberrima riscoperta di Troia da parte di Heinrich Schliemann nel 1873 e agli scavi di Cnosso di sir Arthur Evans nel 1900. Si trattava in buona parte ancora di "sterri" allo scopo di "scoprire" oggetti d'arte da esporre nei musei, più che della raccolta e indagine di testimonianze storiche.
In questo periodo si sviluppò anche l'archeologia cristiana, legata alla scoperta delle Catacombe di Roma e interessata prevalentemente ai fenomeni storico-artistici.
Contemporaneamente i rinvenimenti di utensili in pietra associati ad ossa di animali estinti inaugurarono gli studi sulla preistoria: Christian Thomsen elaborò per l'ordinamento dei materiali del museo nazionale danese, fondato nel 1807, la periodizzazione delle età della pietra, del bronzo e del ferro.
Gli studi sulle culture preistoriche e protostoriche, che non potevano avvalersi di fonti scritte, ma solo dei dati materiali ("cultura materiale"), rivalutarono l'importanza degli oggetti come testimonianze del passato, indipendentemente dalla loro eventuale qualità artistica. L'archeologia assume dunque, e in particolare nei paesi anglosassoni, un aspetto sempre più storico-antropologico, al posto dell'iniziale orientamento storico-artistico. In Italia, a partire dalla seconda metà del XIX secolo il paletnologo Luigi Pigorini recupera sistematicamente tutti gli oggetti e cura l'esecuzione dello scavo e l'analisi dei dati che questo fornisce. La documentazione del ritrovamento di ciascun oggetto diviene sistematica anche nella prosecuzione degli scavi di Pompei, ad opera di Giuseppe Fiorelli e Amedeo Maiuri.
Ci si cominciò infine ad interessare prima alle architetture e quindi ai siti e ai materiali di epoca medioevale, con veri e propri scavi archeologici soprattutto in Gran Bretagna e nei paesi scandinavi, in collegamento con lo sviluppo di un interesse per le origini nazionali, dando origine all'archeologia medioevale. In quest'ambito il generale inglese Pitt-Rivers si dedicò tra il 1881 e il 1896 alla ricerca di villaggi e necropoli, registrando in modo estremamente accurato tutti i dati dei ritrovamenti.
A Roma i primi scavi stratigrafici del Foro Romano furono condotti negli anni tra il 1898 e il 1925 da Giacomo Boni, mentre Rodolfo Lanciani documentava la grande quantità di ritrovamenti casuali e di scavi "di recupero" che avvenivano parallelamente alle costruzioni per la Roma Capitale. Successivamente le esigenze propagandistiche del regime fascista condussero ad una ripresa di grandi sterri poco documentati, mentre sulla via dell'indagine stratigrafica proseguivano Nino Lamboglia in Liguria e studiosi di paletnologia e preistoria.
La necessità di una corretta raccolta dei dati portò nel XX secolo alla codificazione del metodo stratigrafico. Il sistema dello "scavo per quadrati", fu elaborato dall'archeologo inglese sir Mortimer Wheeler tra gli anni 1920 e 1950 mentre quello "per grandi aree" fu descritto da Edward Harris alla fine degli anni 1970.
Lo scavo delle zone cittadine bombardate e distrutte durante la Seconda guerra mondiale in occasione delle ricostruzioni permise di elaborare inoltre gli specifici metodi di indagine dell'archeologia urbana, legata spesso a scavi di emergenza e costretta ad operare quindi con tempi limitati in contesti stratigrafici estremamente complessi.
I metodi archeologici sono indipendenti dall'epoca dei resti studiati e sono infatti stati applicati anche all'epoca successiva alla rivoluzione industriale (archeologia industriale) e persino come metodo di indagine sulle società contemporanee (per esempio con l'analisi dei rifiuti urbani).
Negli anni 1960 si sviluppò, in particolare negli Stati Uniti la cosiddetta archeologia processuale o "nuova archeologia" ("processual archaeology" o "new archaeology", sviluppatasi soprattutto in ambito preistorico e protostorico) che ambiva a collocare l'archeologia tra le scienze esatte attraverso l'elaborazione di un metodo completamente nuovo, che partisse da ipotesi teoretiche sui grandi processi culturali, da verificare quindi attraverso metodi scientifici (lo scavo). Si tendeva a ricollegare l'archeologia all'antropologia, come studio dei fenomeni culturali, staccandola invece dalla storia e dalla ricostruzione storica delle diverse culture umane. Si criticava in modo particolare la tendenza degli archeologi "tradizionali" a limitarsi alla pura e semplice raccolta di manufatti e il loro mero inserimento in serie cronologiche e la mancanza di una riflessione metodologica e sugli scopi della disciplina. Il ruolo centrale era riconosciuto ai "processi culturali" che costituivano comportamenti umani fondamentali. Nell'attività archeologica queste premesse teoriche si traducevano in una nuova attenzione rivolta ai modelli di insediamento e di rapporto con l'ambiente.
La successiva archeologia post-processuale, sviluppatasi in Gran Bretagna criticava in particolare la possibilità di un'osservazione oggettiva e asettica dei fenomeni culturali e quindi la pretesa di raggiungere una scientificità astratta poco coerente con le specificità della ricerca archeologica.
Nell'archeologia italiana e mediterranea la nuova archeologia ha avuto scarso seguito, anche a causa della mancanza di una prospettiva storica e del meccanicismo dei processi culturali, intesi come inevitabili adattamenti delle culture alle trasformazioni ambientali.
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